Uscite di pesca a mosca con Luca Cattin in fiumi e laghi per lucci e black bass in belly boat o in barca. Ne fiumi e torrenti del Veneto per trote e temoli.

Fly Fishing in the best Northern Italy lakes and rivers for pike and bass with rigged boat and belly boats. Wading fishing in the best trout and grayling rivers. Just one hour drive from beautiful Venice. If you plan to come to Italy call or email me and we'll fish together.

martedì 8 luglio 2008

Canada Pike & Muskies 2008

115 cm. Muskie

Era già programmato, lucci nello Yukon, la gente contenta e tutto mezzo fatto.
Ma niente da fare: puntuale come un orologio svizzero, muskie fever e dirottamento in Ontario.
Gran bel viaggio però, ottima compagnia e luoghi da sogno.
Come ormai abitudine quando andiamo in Ontario, contentino a lucci i primi giorni e poi giù a lavorare sul muskie per il resto del trip. Non sto a dirvi quale dei due mi interessa di più…
Ottimo il fishing camp sul Little Vermilion, da raggiungere in idrovolante.
Buone cabins attrezzate di tutto, buone barche, motori Honda nuovi, ecoscandaglio, assistenza perfetta, telefono e internet satellitare.
Tutta la pace e l’atmosfera dell’outpost, con il vantaggio di poter fare una telefonata o mandare una mail e scambiare quattro chiacchiere al rientro con i pescatori di altre cabins.
Bel lago e bei luccioni sopra il metro a topwater e poi sulle secche con i gommoni.
Poi via nella leggenda, a tuffarci per quattro giorni pieni nella più pura essenza della pesca ai grossi esocidi: la pesca al muskie.
Il Crow o Kakagi è un lago splendido, incastonato come una gemma nello splendido scenario delle Canadian Shields. Lago non facile, molto verticale ed acqua ultra limpida, ma favoloso e con degli spot da incanto..
Lodge di muskie fishermen, cosa importante per pianificare la pesca e confrontare esperienze, ottime barche da 17’, nuovi e veloci motori Yamaha 4T da 50 hp, minnkota in punta, eco/gps Lowrance, radio collegata al lodge e carte ben segnate. Cabin per modo di dire, più che altro una villetta a pochi passi dal pontile …Saran tutti dettagli ma credete al vecio che fan la differenza…
Unica paura, unico dubbio, è che i quattro amici che son venuti con me si stancassero presto di questa pesca, fatta di infiniti lanci e recuperi, di lunghe e veloci corse in barca da uno spot all’altro, di impegno e concentrazione costanti, di pochi pesci all’attivo al giorno, se non nessuno. Un gioco continuo, una sfida con un pesce incredibile che quasi in ogni baietta si materializza in tutta la sua possenza dietro all’artificiale, lasciandoti quasi sempre con un pugno di mosche, a consolarti ammirando il volo di un’aquila bald eagle, un cervo che si abbevera, un caribou o un castoro che si immerge vicino a te sbattendo la coda…
Ma anche per loro tutto questo è servito da stimolo ed hanno colto la sfida. Una nuova sfida con un pesce diverso, troppo diverso dal solito luccio…
Poi, piano piano, capito il lago, dove stavano i pesci attivi e cosa volevano, sono arrivati i risultati e si è finito col prendere anche più degli americani, con le loro fiammanti ranger col 250 e il 300 hp, con sopra le filiali di thorne e muskie shop…
Pesci superbi, fino ai 115 cm, in velocità con i bucktails battendo le baie sabbiose, le punte e le rive sull’acqua fonda. Tutto sudato e guadagnato fino all’ultimo pesce, preso da Giacomo negli ultimi momenti di pesca. Quei demoni mangiavano solo piccoli bucktail, il pattern per quel lago nelle opening weeks. Si pescavano come sul bass a spinner, run and gun a manetta con lanci tesi e lunghi sul sottoriva. Si muovevano anche con altro, ad esempio con il suick da 10, ed anche grossi, ma niente da fare. I pesci mangiavano di reazione, non appena il bucktail iniziava a frullare, o di sorpresa sottobarca, come è successo a me con il 115. Nessun pesce stavolta sull’otto. In apertura sono più timorosi, e non rimangono a lungo sottobarca. Molto contribuiva anche l’acqua, chiara come il gin, e il troppo bel tempo, quasi sempre soleggiato e con troppa luce.
Abbiamo provato anche il Lake of the Woods, o meglio una sua ampia area che conosco ormai bene, ma nelle baie e negli erbai dove gli altri anni ad agosto trovavamo grossi muskies, c’erano praticamente solo lucci.
A casa, a freddo, i rimorsi per le cose non fatte. Dovevamo tornare a sera o a buio sui followers con frullotti e zig zag, se ne era discusso con Paul, da Herbeck su nell’Eagle ora si prende così, eccetera eccetera…Dovevo far questo, dovevo far quello…Tante cose…Fatto sta che si tornava a casa dopo 12 ore di pesca, stanchi e affamati, e in quei quattro giorni si è fatto quel che si è potuto…
È stato bello così.

Difficile descrivere la soddisfazione di prendere un muskie. Difficile adesso star lontani dal fascino estremo di questa pesca…


































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